Recensione del libro “Sherlock Holmes a Bologna”, di Sandro Samoggia
Prima ancora di iniziare a parlare del libbo in sè, è obbligatorio accenare al fatto che Sandro Samoggia è un grande conoscitore di Bologna e della sua storia, e così come in ogni altro libro di questo autore bolognese fino al midollo, anche in questo la città non è un semplice paesaggio o luogo di ambientazione, ma diventa uno dei protagonisti. E’ così che quindi l’avvenutra di Sherlock Holmes a Bologna, va letta soprattutto come un modo per conoscere un fatto del passato della nostra città affiancandola a quello che è tra i più grandi investigatori della storia della letteratura, più che un modo per rincorrere Conan Doyle.
Il libro
Il titolo integrale: “Sherlock Holmes a Bologna. Sotto le Due Torri un clamoroso omicidio risolto dal più grande detective del mondo”, è chiaramente indicativo di questa volontà. Al centro c’è Bologna, ed il libro racconta di un omicidio irrisolto del Novembre 1882 avvenuto in città, facendo in modo che sia il grande Sherlock Holmes a risolvere il caso qualche anno dopo la chiusura del processo finito senza colpevoli.
Come detto la storia prende spunto da fatti realmente accaduti come l’omicidio Coltelli e la “Causa Longa”, due pagine di storia locale sconsociute ai più, attraversando una Bologna molto differente da quella attuale ma di cui ancora vi è traccia, come per Borgo Ballotte, una zona all’epoca altamente malfamata che oggi non si chiama più così e che era nei dintorni delle attuali via Serenella, Mirasole e Miramonte.
L’intreccio è ben studiato ed interessante e nonostante non si possa ovviamente paragonare questo libro a quelli del ciclo di Sherlock Holmes scritto da Conan Doyle, la lettura rimane fluida e piacevole ed offre uno spaccato di storia locale. Per un bolognese a cui piaccia leggere qualcosa relativo alla propria città e libri gialli, è sicuramente consigliato.
Un altro libro ambientato a Bologna e decisamente consigliato è “La XIII porta” di Rolando Dondarini.