Bill Balena Story, uno dei primi ricordi della mia infanzia
Uno dei primi ricordi che io abbia, di quando ero davvero piccolo, è quello di me in piedi sul divano in salotto, con un accappatoio dopo aver fatto il bagno, con mio nonno che mi aiuta ad asciugarmi mentre ascoltiamo un disco di Dino Sarti, in dialetto bolognese. Mio nonno morì quando avevo dieci anni, e questo ricordo è certamente precedente, sia per l’altezza da cui mi ricordo di guardarlo, sia perché quasi certamente a dieci anni non mi sarebbe stato concesso di saltare sul divano in accappatoio.
Comunque sia, il ricordo si fonde con una fotografia di me con l’accappatoio che campeggia da tempo immemore nella casa dei miei nonni dove sono nato, e si mischia col ricordo di un divano blu. Chissà se poi il ricordo di quei salti sulle note di Dino Sarti, avvenivano davvero sul quello stesso oggetto, e l’accappatoio era proprio quello. Impossibile distinguere fino a che punto le cose si siano sovrapposte nel corso di questi anni.
Una cosa è certa: le canzoni di Dino Sarti. Sicuramente c’era “Bill Balena Story” (probabilmente tratta dal disco “3, Bologna Invece!”), assolutamente la mia preferita, ma altrettanto certamente avremo ascoltato anche altre canzoni, come “Venusta” e “Viale Ceccarini”, nonostante noi andassimo sempre a Rimini (in per la precisione a Viserba) quando ero molto piccolo.
Per altro, “L’angól di cretén”, l’angolo dei cretini, è un punto del centro di Bologna collegato al Bologna F.C. 1909, altra mia passione, nonchè un punto importante per la socialità cittadina del passato, un posto dove tutti i bolognesi passano più e più volte all’anno.
Il dialetto, collegamento fondamentale col passato
Il dialetto, la lingua che in casa parlavano spesso i miei nonni, mi è sempre piaciuto e mi ha affascinato fin da piccolo, e l’ho imparato non solo grazie ai miei parenti, ma soprattutto grazie proprio alle canzoni di Dino Sarti e Andrea Mingardi.
Ho sempre pensato che fosse un modo per rimanere in contatto con loro, e con la mia infanzia. Moltissime delle persone che ho conosciuto da bambino, parlavano anche se non soprattutto in dialetto. Alcuni anziani che frequentavano l’enorme giardino condominiale dove sono nato, erano tranquillamente capaci di ascoltare una tua domanda in italiano, ma risponderti in dialetto.
Forse anche per questo collegamento sentimentale al passato, ed ancora di più ai miei nonni, , ho comprato il dizionario Bolognese-Italiano Italiano-Bolognese e mi sono dilettato nella creazione di alcune zirudelle in dialetto.
“Bill Balena Story” poi, la ascolto ancora molto spesso. Solo col tempo ho capito esattamente cosa volessero dire tutte le parole e le forme dialettali presenti in quello ed in altri testi, ma una cosa è sicura: mi è sempre piaciuta ed ancora oggi vedo nel dialetto un modo per sentirmi ancora vicino ai miei nonni ed alla mia infanzia.